Se ami davvero qualcuno, regalagli l’olio d’oliva. Un dono prezioso e uno splendido simbolo.
È buono e porta bene. L’olio d’oliva è un regalo elegante, gradito a tutti e benaugurale.
Perché regalare olio porta bene? Per comprenderlo, dobbiamo esplorare la mitologia greca e la tradizione cristiana.
“Resistenza e longevità rendono l’ulivo una metafora della forza interiore e della capacità di rigenerarsi anche nelle condizioni più difficili.”
L’ulivo nella mitologia greca: il dono di Atena
Nella mitologia greca, l’ulivo è strettamente legato alla dea Atena, simbolo di saggezza. Secondo il mito, la città di Atene dovette scegliere il proprio patrono tra due divinità: Poseidone, dio del mare, e Atena. Per conquistare il favore dei cittadini, Atena donò loro il primo ulivo, un albero che avrebbe fornito olio, legno e frutti, risorse vitali per la città. Gli ateniesi, riconoscendo il valore del dono, decisero di eleggere Atena come loro protettrice, e l’ulivo divenne così un simbolo di saggezza e prosperità. Da allora, l’ulivo è associato alla pace e alla vita, incarnando il dono della dea che preferì la prosperità dei cittadini alla violenza del mare.
L’ulivo nella tradizione cristiana: simbolo di riconciliazione
Nella tradizione cristiana, l’ulivo ha un valore simile, ma con sfumature diverse. La Bibbia narra che, dopo il diluvio universale, Noè inviò una colomba per cercare terraferma. La colomba tornò con un ramoscello di ulivo, segnando la fine del diluvio e la riconciliazione tra Dio e l’umanità. Questo episodio ha trasformato l’ulivo in un simbolo di pace e redenzione, rappresentando il legame tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini.
L’ulivo oggi: un simbolo che attraversa i secoli
L’ulivo ha superato la prova del tempo, mantenendo il suo ruolo di simbolo universale di pace in tutto il mondo. La sua resistenza e longevità lo rendono una metafora della forza interiore e della capacità di rigenerarsi anche nelle condizioni più difficili. Oggi, l’ulivo continua ad essere utilizzato nelle cerimonie religiose, ma anche in quelle diplomatiche come segno di riconciliazione tra i popoli.